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Perché i giovani millenials sono sempre depressi?

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Il principale male del nostro è sicuramente la depressione, il “cane nero” che, come un’ombra, segue dappertutto chi che ne soffre. Se, però, sino a qualche decennio fa la depressione colpiva prevalentemente persone adulte, oggi, invece, quelli che risultano principalmente soffrirne sono i più giovani.

Recenti studi hanno infatti evidenziato proprio come la categoria di persone attualmente più depresse siano i cosiddetti millenials, ovverosia i giovani diventati maggiorenni dall’anno 2000 in poi, il cui malessere esistenziale si manifesterebbe principalmente sotto forma di depressione, isolamento sociale e persino tentativi di suicidio.

Ma quali sono le ragioni di questo sempre più diffuso disagio psicologico tra i più giovani? Lo abbiamo chiesto alla Dottoressa Marilena Marinello, psicologa e psicoterapeuta con studio a Belluno .

Dottoressa, perché la depressione risulta così diffusa tra i giovani millenials?

La principale causa delle sempre più crescente diffusione di questa malattia tra i giovani è da individuarsi principalmente nell’utilizzo smodato di smartphone e social network. Paradossalmente, nonostante le nuove tecnologie abbiano l’indubbio pregio di riuscire a farci connettere velocemente e facilmente con persone di tutto il mondo, cosa impensabile sino ad una trentina di anni fa, i millenials si sentono molto più isolati rispetto ai loro coetanei del scorso secolo.

Quindi la causa del malessere giovanile è lo smartphone?

In realtà bisogna precisare una cosa: di per sé lo smartphone non è uno strumento negativo, ma è il suo eccessivo utilizzo a provocare disturbi depressivi nei più giovani. Per oltre la metà dei millenials, infatti, lo smartphone e i social network hanno sostituito il normale contatto umano necessario per poter socializzare, tramutandosi nell’unico mezzo di contatto con il mondo esterno. Basta pensare che ormai esiste una app per fare qualsiasi cosa: ad esempio, invece di uscire e andare a mangiare una pizza o al cinema, i giovani usano i propri dispositivi mobili per farsi consegnare cibo a domicilio o guardare film e serie tv.

Si tratta insomma di una vera e propria droga?

In un certo senso sì, perché l’effetto è pressoché il medesimo, e cioè creare nella persona una voglia impellente dell’oggetto della dipendenza, interferendo, proprio come le altre dipendenze, nella produzione della dopamina, il neurotrasmettirore che induce l’essere umano a voler fare cose o possedere cose che pensa gli possano procurare piacere.

E, se un tempo questo piacere era ricercato negli stupefacenti o nell’alcool, per i millenials è rappresentato dal costante bisogno connettersi a internet con il proprio smartphone. Il meccanismo è molto semplice: si attende con ansia una notifica sul cellulare perché ci si aspetta qualcosa di nuovo e che crei piacere ma, non sapendo di cosa si tratti, si aspetta in maniera spasmodica, controllando in continuazione lo schermo del telefono.

E privarsi dello smartphone diventa impossibile, al punto che la sua mancanza può scatenare nel millenial anche gravi reazioni come ansia e scatti di rabbia e difficoltà a dormire. Non a caso, una recente indagine del Telefono Azzurro ha proprio evidenziato come circa il 20% dei giovani si svegli durante la notte per controllare le notifiche del proprio telefono.

Come è possibile allora risolvere questo problema?

I ragazzi di oggi si trovano a vivere in una società superficiale, che presenta valori, morali e sentimentali, molto più deboli, se non quasi inesistenti, rispetto alle generazioni precedenti, ed è priva di punti di riferimento saldi. Per risolvere questo problema, quindi, è necessario riappropriarsi della vita “vera”, tornare a interagire con l’ambiente e le persone che ci circondano, e questo sforzo al cambiamento può e deve essere favorito anche dai genitori e dagli adulti che li circondano, vista la delicatezza di questa fase della vita, e ovviamente mediante la frequentazione di un apposito percorso psicologico di sostegno. Sono infatti numerosi gli effetti benefici che provoca un minore utilizzo dello smartphone, tra i quali un rapido miglioramento dell’umore e una più rapida fuoriuscita dalla depressione.

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